giovedì 12 luglio 2012

GAF - Gruppo di acquisto fortovoltaico

Il GAF e' un Gruppo di Acquisto per il Fotovoltaico cioe' un gruppo di persone o famiglie che vogliono costruire sulla propria abitazione un impianto FV e che si mettono insieme per diminuire i costi e migliorare la qualita'.
In particolare il GAF di Retenergie propone la realizzazione di impianti chiavi in mano interamente gestiti da un team di professionisti soci che seguira' tutte le fasi di realizzazione di ogni impianto:
- dalla scelta dei materiali,
- alla progettazione,
- alla direzione dei lavori di installazione (affidati ad una ditta installatrice),
- alla gestione delle pratiche GSE,

garantendo al socio/cliente un presidio unico, diretto, continuativo fino alla ricezione del primo bonifico GSE.
Retenergie, per favorire le imprese locali, ha stipulato delle convenzioni con alcuni produttori Italiani di moduli, inverter e staffe.

NEW: FONDO ROTATIVO KYOTO.
Ai sensi della Legge Finanziaria 2007, è istituito un fondo rotativo, dell'ammontare complessivo di circa 600 mln di euro, per il finanziamento a tass agevolati delle misure di riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra, finalizzate all'attuazione del Protocollo di Kyoto (Legge Kyoto).


Gruppi di Acquisto Fotovoltaico attualmente attivi:

PIEMONTE: per le provincie di TORINO E CUNEO: gaf@retenergie.it
per la provincia di ALESSANDRIA: energia@cambiamo.org prossime date

- LOMBARDIA: per la provincia di PAVIA: energia@cambiamo.org prossime date

LIGURIA:per la provincia di GENOVA:  gaf.genova@retenergie.it
per la provincia di SAVONA: gaf.savona@retenergie.it
>> Per il 2012, l'installatore selezionato è www.easysunenergie.com

Per aderire ai gruppi di acquisto della cooperativa bisogna essere soci Cooperatori, versando almeno una quota sociale da 50 euro.

La cooperativa Retenergie sta raccogliendo le adesioni per realizzare un intervento di bonifica della copertura in eternit
e installazione fotovoltaica sul tetto dell'azienda agr. Di Torri a Calenzano, già fornitore di alcuni GAS.
Si può aderire come soci sovventori o con il prestito sociale.

Chi fosse interessato è invitato a partecipare al sondaggio di fattibilità dell'intervento 
che vale come dichiarazione di investimento (non impegnativa ma da compilare "responsabilmente").
Maggiori informazioni qui: http://www.retenergie.it/calenzano

Il presidente della cooperativa Marco Mariano sarà in Toscana nei prossimi giorni, muovendosi rapidamente potrebbe forse essere ancora possibile organizzare un incontro questo Sabato a Firenze (chiedo conferma a Guido e Clara...):

-A Pisa il 12/7 alle 21 presso Centro Solidarietà (CSP), via Giuseppe Garibaldi 33,  Incontro con GAS e DES.

-A Viareggio il 13/7 alle 21 presso il Cantiere Sociale.Via Belluomini ex inapli, 
Incontro con Gas, Legambiente, e altre associazioni.
 

lunedì 9 luglio 2012

La vendita delle terre di proprietà pubblica deve essere fermata


             


Si sono venduti l'energia, i trasporti, gli acquedotti, gli immobili, le strade e adesso si vende pure la Madre.

Si concepisce la Terra solo in termini di possesso, come bene escludente, oggetto di diritti di proprietà.
 In nome della proprietà la terra continua a essere violentata: dal folle processo di urbanizzazione senza regole se non quelle della rendita e del profitto.

Un paese che vende le terre agricole pubbliche 
rinuncia definitivamente alla propria Sovranità Alimentare

Forse non tutti sanno che l’Art.66 del decreto-legge n.1 del 24 gennaio 2012 programma l’alienazione (vendita) dei terreni agricoli o a vocazione agricola demaniali.
Eccoci dunque arrivati a quella che potrebbe essere l'ultima tappa di un oscuro cammino iniziato 2 decenni fa circa, un processo di svendita dei beni pubblici a privati in nome di una più efficiente gestione, come se la logica del profitto privato avesse mai reso dei servigi alla collettività. Si sono venduti l'energia, i trasporti, gli acquedotti, gli immobili, le strade e adesso si vendono pure la Madre: si vogliono vendere la terra in un contesto internazionale dove sta crescendo a ritmo costante il fenomeno denominato land grabbing, l'accaparramento di terreni agricoli da parte di soggetti economicamente forti (paesi in forte crescita e multinazionali) e da parte di speculatori finanziari senza scrupoli, interessati unicamente ad individuare nuove fonti di profitto per i propri capitali da investire. Ecco quindi chi sono i veri destinatari di questa manovra, non certo i giovani imprenditori agricoli di cui parla il comma 3: "...al fine di favorire lo sviluppo dell'imprenditorialità agricola giovanile è riconosciuto il diritto di prelazione ai giovani imprenditori agricoli". Garantire l'accesso alla terra ai giovani o a chiunque voglia lavorarla non vuol dire garantirne la proprietà e la compravendita - meccanismo questo che per un giovane agricoltore comporta l’indebitamento con le banche - bensì elaborare una serie di normative che favoriscano e sostengano chi vuole iniziare un'attività agricola mettendogli a disposizione l'uso agricolo della terra garantito contro ogni possibile speculazione.
Proseguendo nella lettura si resta stupiti difronte al comma 6: “Per i terreni all’interno di aree protette(…) l’Agenzia del demanio acquisisce preventivamente l’assenso alla vendita da parte degli enti gestori delle medesime aree.” Quindi si ritiene utile vendere a privati anche parte delle aree protette, duramente strappate alla devastazione ambientale, pur di far cassa. Ci domandiamo se le suddette aree una volta vendute rimarranno protette.
Al termine della lettura troviamo lapidario il comma 9: "Le risorse nette derivanti dalle operazioni di dismissioni di cui ai commi precedenti sono destinate alla riduzione del debito pubblico." Le risorse nette derivanti equivarrebbero a circa 6 miliardi di euro, una goccia nel mare del debito (circa 1800 miliardi) quando il costo stimato delle opere per la TAV in Val di Susa è di 20 miliardi! Con il risultato di essersi sbarazzati del patrimonio senza tappare alcun buco di bilancio, senza poter tornare indietro visto l'articolo che tutela la proprietà privata. Le terre che saranno vendute non potranno mai più tornare pubbliche! 
A questo punto sentiamo l'urgenza di dire che un paese che vende le terre agricole pubbliche è un paese che rinuncia definitivamente alla propria Sovranità Alimentare, è un paese che mette con prepotenza l'interesse privato al di sopra del bene comune, è un paese che non saprà come raccontare ai propri figli che si è venduto la terra in nome del bilancio finanziario.
La vendita delle terre dello stato deve essere fermata!
Ridiscutiamo, invece, le modalità di gestione delle terre agricole di proprietà degli enti pubblici.
                                                     PROPOSTE

Noi rete delle associazioni contadine proponiamo che le terre di proprietà pubblica individuate in base all'art.66 della legge n.1 siano oggetto non di vendita ma di nuovi piani di allocazione:
-che ci si indirizzi verso affitti di lunga durata a prezzi equi a favore di agricoltori o aspiranti tali, sulla base di progetti che escludano attività speculative.
-si favorisca l'agricoltura contadina di piccola scala, che è l'unica che può sfamare il mondo senza causarne il dissesto, ma anzi arricchendolo e preservandone la biodiversità seguendo le richieste della Campagna per l’Agricoltura Contadina http://www.agricolturacontadina.org/ .
-si prediligano progetti di cohousing, cioè di condivisione solidale dei beni e delle risorse, perchè la buona agricoltura è quella fatta con tante braccia pensanti e con poche macchine.
-Si individuino percorsi partecipati che sappiano coinvolgere nella progettazione la comunità locale e le realtà contadine di nuovo insediamento. 
-si renda possibile la costruzione con materiali naturali di abitazioni rurali a bassissimo impatto ambientale come legno e paglia, ma totalmente vincolate all'attività agricola. Questo perchè chi lavora la terra deve anche poterla abitare.


Movimento per l'accesso alla terra 

accessoallaterra (at) inventati.org



PETIZIONE POPOLARE CONTRO LA VENDITA
DEI TERRENI AGRICOLI PUBBLICI E DEMANIALI


Spett. Governatore della Regione Toscana
Spett. Presidenti delle Province della Regione Toscana
Spett. Sindaci di tutti i Comuni della Regione Toscana

I sottoscritti cittadini cofirmatari della petizione popolare Le scrivono la presente per:

DICHIARARE

- la propria ferma contrarietà ad ogni ipotesi di vendita dei terreni agricoli anche marginali demaniali e relativi casolari ed altri edifici rurali sia attualmente utilizzati che non;


SOTTOLINEARE

- che i beni demaniali rurali – e particolarmente quelli abbandonati ed incolti – sono risorse importanti con cui, senza alcun costo, le amministrazioni pubbliche hanno la possibilità di affidare spazi ed occasioni di vita, di lavoro, di progettualità a cittadini e segnatamente a giovani che intendano sperimentare modelli diversi di vita e di economia e con ciò ricercare alternative praticabili e sostenibili ad un modello socioeconomico manifesta
mente in crisi, potenzialmente utili a tutta la società;

- che un paese che vende le terre agricole pubbliche è un paese che rinuncia definitivamente alla propria Sovranità Alimentare, è un paese che mette con prepotenza l'interesse privato al di sopra del bene comune, è un paese che non saprà come raccontare ai propri figli che si è venduto la terra in nome del bilancio finanziario.


RICHIEDERE

- che i terreni agricoli demaniali e relativi edifici rurali rimangano di proprietà pubblica e vengano affidati con rapporti agevolati e di lunga durata a coloro che si impegnino ad usarli per un ripopolamento rurale incentrato su un’agricoltura neo-contadina, biologica e su piccola scala e su un inserimento ambientale ecosotenibile e che escludano attività speculative, privilegiando forme di lavoro e cooperazione solidali e con fini socio-ambientali ;

- che si individuino percorsi partecipati che sappiano coinvolgere nella progettazione la comunità locale e le realtà contadine di nuovo insediamento;

- che si renda possibile la costruzione con materiali naturali (come legno e paglia) di abitazioni rurali a bassissimo impatto ambientale e totalmente vincolate all’attività agricola. Questo perché chi lavora la terra deve anche poterla abitare;

- che la Regione Toscana e gli altri enti territoriali blocchino immediatamente ogni pecorso legale ed istituzionale inteso alla vendita del demanio rurale e contestualmente predispongano gli strumenti normativi atti a rendere disponibili per questo altro tipo di affidamento ecosostenibile gli stessi beni che avevano precedentemente considerato disponibili per la vendita;


Distintamente

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