Il GAF e' un Gruppo di Acquisto per il Fotovoltaico cioe' un gruppo di persone o famiglie che vogliono costruire sulla propria abitazione un impianto FV e che si mettono insieme per diminuire i costi e migliorare la qualita'.
In particolare il GAF di Retenergie propone la realizzazione di impianti chiavi in mano interamente gestiti da un team di professionisti soci che seguira' tutte le fasi di realizzazione di ogni impianto:
- dalla scelta dei materiali,
- alla progettazione, - alla direzione dei lavori di installazione (affidati ad una ditta installatrice), - alla gestione delle pratiche GSE, garantendo al socio/cliente un presidio unico, diretto, continuativo fino alla ricezione del primo bonifico GSE.
Retenergie, per favorire le imprese locali, ha stipulato delle convenzioni con alcuni produttori Italiani di moduli, inverter e staffe.
NEW: FONDO ROTATIVO KYOTO.
Ai sensi della Legge Finanziaria 2007, è istituito un fondo rotativo, dell'ammontare complessivo di circa 600 mln di euro, per il finanziamento a tass agevolati delle misure di riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra, finalizzate all'attuazione del Protocollo di Kyoto (Legge Kyoto).
Gruppi di Acquisto Fotovoltaico attualmente attivi:
- PIEMONTE: per le provincie di TORINO E CUNEO: gaf@retenergie.it
per la provincia di ALESSANDRIA: energia@cambiamo.org prossime date
- LOMBARDIA: per la provincia di PAVIA: energia@cambiamo.org prossime date
- LIGURIA:per la provincia di GENOVA: gaf.genova@retenergie.it
per la provincia di SAVONA: gaf.savona@retenergie.it
>> Per il 2012, l'installatore selezionato è www.easysunenergie.com
Per aderire ai gruppi di acquisto della cooperativa bisogna essere soci Cooperatori, versando almeno una quota sociale da 50 euro.
La cooperativa Retenergie sta raccogliendo le adesioni per realizzare un intervento di bonifica della copertura in eternit
e installazione fotovoltaica sul tetto dell'azienda agr. Di Torri a Calenzano, già fornitore di alcuni GAS. Si può aderire come soci sovventori o con il prestito sociale. Chi fosse interessato è invitato a partecipare al sondaggio di fattibilità dell'intervento che vale come dichiarazione di investimento (non impegnativa ma da compilare "responsabilmente"). Maggiori informazioni qui: http://www.retenergie.it/calenzano Il presidente della cooperativa Marco Mariano sarà in Toscana nei prossimi giorni, muovendosi rapidamente potrebbe forse essere ancora possibile organizzare un incontro questo Sabato a Firenze (chiedo conferma a Guido e Clara...):
-A Pisa il 12/7 alle 21 presso Centro Solidarietà (CSP), via Giuseppe Garibaldi 33, Incontro con GAS e DES.
-A Viareggio il 13/7 alle 21 presso il Cantiere Sociale.Via Belluomini ex inapli, Incontro con Gas, Legambiente, e altre associazioni. |
giovedì 12 luglio 2012
GAF - Gruppo di acquisto fortovoltaico
lunedì 9 luglio 2012
La vendita delle terre di proprietà pubblica deve essere fermata
Si
sono venduti l'energia, i trasporti, gli acquedotti, gli immobili,
le strade e adesso si vende pure la Madre.
Si
concepisce la Terra solo in termini di possesso, come bene
escludente, oggetto di diritti di proprietà.
In
nome della proprietà la terra continua a essere violentata: dal
folle processo di urbanizzazione senza regole se non quelle della
rendita e del profitto.
Un
paese che vende le terre agricole pubbliche
rinuncia
definitivamente alla propria Sovranità Alimentare
Forse
non tutti sanno che l’Art.66 del decreto-legge n.1 del 24 gennaio
2012
programma
l’alienazione (vendita) dei terreni agricoli o a vocazione
agricola demaniali.
Eccoci
dunque arrivati a quella che potrebbe essere l'ultima tappa di un
oscuro cammino iniziato 2 decenni fa circa, un processo di svendita
dei beni pubblici a privati in nome di una più efficiente gestione,
come se la logica del profitto privato avesse mai reso dei servigi
alla collettività. Si sono venduti l'energia, i trasporti, gli
acquedotti, gli immobili, le strade e adesso si vendono pure la
Madre: si vogliono vendere la terra in un contesto internazionale
dove sta crescendo a ritmo costante il fenomeno denominato land
grabbing, l'accaparramento di terreni agricoli da parte di soggetti
economicamente forti (paesi in forte crescita e multinazionali) e
da parte di speculatori finanziari senza scrupoli, interessati
unicamente ad individuare nuove fonti di profitto per i propri
capitali da investire.
Ecco quindi chi sono i veri destinatari di questa manovra, non certo
i giovani imprenditori agricoli di cui parla il comma 3: "...al
fine di favorire lo sviluppo dell'imprenditorialità agricola
giovanile è riconosciuto il diritto di prelazione ai giovani
imprenditori agricoli".
Garantire l'accesso alla terra ai giovani o a chiunque voglia
lavorarla non vuol dire garantirne la proprietà e la compravendita
- meccanismo questo che per un giovane agricoltore comporta
l’indebitamento con le banche - bensì elaborare una serie di
normative che favoriscano e sostengano chi vuole iniziare
un'attività agricola mettendogli a disposizione l'uso
agricolo
della terra garantito contro ogni possibile speculazione.
Proseguendo
nella lettura si resta stupiti difronte al comma 6: “Per
i terreni all’interno di aree protette(…) l’Agenzia del
demanio acquisisce preventivamente l’assenso alla vendita da parte
degli enti gestori delle medesime aree.” Quindi
si ritiene utile vendere a privati anche parte delle aree protette,
duramente strappate alla devastazione ambientale, pur di far cassa.
Ci domandiamo se le suddette aree una volta vendute rimarranno
protette.
Al termine della
lettura
troviamo lapidario il comma 9: "Le
risorse nette derivanti dalle operazioni di dismissioni di cui ai
commi precedenti sono destinate alla riduzione del debito pubblico."
Le
risorse nette derivanti equivarrebbero a circa 6 miliardi di euro,
una goccia nel mare del debito (circa 1800 miliardi) quando il costo
stimato delle opere per la TAV in Val di Susa è di 20 miliardi! Con
il risultato di essersi sbarazzati del patrimonio senza tappare
alcun buco di bilancio,
senza
poter tornare indietro visto l'articolo che tutela la proprietà
privata. Le
terre che saranno vendute non potranno mai più tornare pubbliche!
A
questo punto sentiamo l'urgenza di dire che un paese che vende le
terre agricole pubbliche è un paese che rinuncia
definitivamente alla propria Sovranità Alimentare,
è un paese che mette con prepotenza l'interesse privato al di sopra
del bene comune, è un paese che non saprà come raccontare ai
propri figli che si è venduto la terra in nome del bilancio
finanziario.
La
vendita delle terre dello stato deve essere fermata!
Ridiscutiamo,
invece, le modalità di gestione delle terre agricole di proprietà
degli enti pubblici.
PROPOSTE
Noi
rete delle associazioni contadine proponiamo che le terre di
proprietà pubblica individuate in base all'art.66 della legge n.1
siano oggetto non di vendita ma di nuovi piani di allocazione:
-che
ci si
indirizzi
verso affitti di lunga durata a prezzi equi a favore di agricoltori
o aspiranti tali, sulla base di progetti che escludano attività
speculative.
-si
favorisca l'agricoltura contadina di piccola scala, che è l'unica
che può sfamare il mondo senza causarne il dissesto, ma anzi
arricchendolo e preservandone la biodiversità seguendo le richieste
della Campagna per l’Agricoltura Contadina
http://www.agricolturacontadina.org/
.
-si
prediligano progetti di cohousing, cioè di condivisione solidale
dei beni e delle risorse, perchè la buona agricoltura è quella
fatta con tante braccia pensanti e con poche macchine.
-Si
individuino percorsi partecipati che sappiano coinvolgere nella
progettazione la comunità locale e le realtà contadine di nuovo
insediamento.
-si
renda possibile la costruzione con materiali naturali di abitazioni
rurali a bassissimo impatto ambientale come legno e paglia, ma
totalmente vincolate all'attività agricola. Questo perchè chi
lavora la terra deve anche poterla abitare.
Movimento
per l'accesso alla terra
accessoallaterra
(at) inventati.org
PETIZIONE
POPOLARE CONTRO LA VENDITA
DEI
TERRENI AGRICOLI PUBBLICI E DEMANIALI
Spett. Governatore della
Regione Toscana
Spett. Presidenti delle
Province della Regione Toscana
Spett. Sindaci di tutti i
Comuni della Regione Toscana
I sottoscritti
cittadini cofirmatari della petizione popolare Le scrivono la
presente per:
DICHIARARE
- la propria ferma
contrarietà ad ogni ipotesi di vendita dei terreni agricoli anche
marginali demaniali e relativi casolari ed altri edifici rurali sia
attualmente utilizzati che non;
SOTTOLINEARE
- che i beni demaniali
rurali – e particolarmente quelli abbandonati ed incolti – sono
risorse importanti con cui, senza alcun costo, le amministrazioni
pubbliche hanno la possibilità di affidare spazi ed occasioni di
vita, di lavoro, di progettualità a cittadini e segnatamente a
giovani che intendano sperimentare modelli diversi di vita e di
economia e con ciò ricercare alternative praticabili e sostenibili
ad un modello socioeconomico manifesta
mente in crisi,
potenzialmente utili a tutta la società;
-
che un paese che vende le terre agricole pubbliche è un paese che
rinuncia
definitivamente alla propria Sovranità Alimentare,
è un paese che mette con prepotenza l'interesse privato al di sopra
del bene comune, è un paese che non saprà come raccontare ai propri
figli che si è venduto la terra in nome del bilancio finanziario.
RICHIEDERE
- che i terreni agricoli
demaniali e relativi edifici rurali rimangano di proprietà pubblica
e vengano affidati con rapporti agevolati e di lunga durata a coloro
che si impegnino ad usarli per un ripopolamento rurale incentrato su
un’agricoltura neo-contadina, biologica e su piccola scala e su un
inserimento ambientale ecosotenibile e che escludano attività
speculative, privilegiando forme di lavoro e cooperazione solidali e
con fini socio-ambientali ;
- che si individuino
percorsi partecipati che sappiano coinvolgere nella progettazione la
comunità locale e le realtà contadine di nuovo insediamento;
- che si renda possibile
la costruzione con materiali naturali (come legno e paglia) di
abitazioni rurali a bassissimo impatto ambientale e totalmente
vincolate all’attività agricola. Questo perché chi lavora la
terra deve anche poterla abitare;
- che la Regione Toscana e
gli altri enti territoriali blocchino immediatamente ogni pecorso
legale ed istituzionale inteso alla vendita del demanio rurale e
contestualmente predispongano gli strumenti normativi atti a rendere
disponibili per questo altro tipo di affidamento ecosostenibile gli
stessi beni che avevano precedentemente considerato disponibili per
la vendita;
Distintamente
………….
..................
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