IMPARARE CON I GAS
Scritto da Andrea Saroldi
(disegno di Chiostri, "Avvenire", 31 marzo 2004)
Come racconteranno i libri di storia, il primo Gas si costituisce a Fidenza (PR) nel 1994 dall'esperienza di un gruppo di famiglie alla ricerca di modi per fare la spesa che consentano di mangiare prodotti sani e allo stesso tempo sostenere le scelte dei piccoli produttori biologici. Il rapporto diretto con i produttori porta a conoscere le loro difficoltà e le loro storie e a condividere con loro un pezzo di strada. Così le famiglie si organizzano per raccogliere le richieste in modo da formare un ordine complessivo da trasmettere al produttore, per dividere poi i prodotti all'interno del gruppo dopo la consegna.
Questo modo di acquistare - oltre a qualche difficoltà organizzativa che potete immaginare - consente una lista di vantaggi che sarebbe lungo elencare. Tra tutti, è interessante come questo meccanismo di acquisto faciliti lo sviluppo di relazioni all'interno del gruppo e con i produttori. Insieme ai prodotti, le famiglie di un Gas si portano in casa anche un pezzo della storia del produttore.
Dal racconto del primo gruppo nel corso degli anni ne sono nati tanti altri, e l'esperienza si è diffusa principalmente attraverso il passaparola. Il grafico che segue riporta l'andamento negli anni del numero di gruppi censiti sul sito retegas, ma il numero effettivo è più elevato (all'incirca il doppio), perché molti gruppi non sono censiti. Sulla base di questi numeri, possiamo stimare che circa 200'000 consumatori in Italia utilizzino tramite un Gas i prodotti acquistati direttamente da diverse migliaia di produttori.
Questo modo di acquistare - oltre a qualche difficoltà organizzativa che potete immaginare - consente una lista di vantaggi che sarebbe lungo elencare. Tra tutti, è interessante come questo meccanismo di acquisto faciliti lo sviluppo di relazioni all'interno del gruppo e con i produttori. Insieme ai prodotti, le famiglie di un Gas si portano in casa anche un pezzo della storia del produttore.
Dal racconto del primo gruppo nel corso degli anni ne sono nati tanti altri, e l'esperienza si è diffusa principalmente attraverso il passaparola. Il grafico che segue riporta l'andamento negli anni del numero di gruppi censiti sul sito retegas, ma il numero effettivo è più elevato (all'incirca il doppio), perché molti gruppi non sono censiti. Sulla base di questi numeri, possiamo stimare che circa 200'000 consumatori in Italia utilizzino tramite un Gas i prodotti acquistati direttamente da diverse migliaia di produttori.
(numero Gas censiti sul sito retegas nel corso degli anni)
Pur seguendo gli stessi principi, i gruppi nascono in ambienti diversi e si organizzano in modo autonomo in base alle proprie esigenze. All'interno di una enorme varietà, un Gas "tipico" è composto da circa una trentina di famiglie o persone singole, anche perché questo è un numero che consente la conoscenza all'interno del gruppo. Di solito, se il gruppo cresce troppo, si divide gemmando un nuovo gruppo; si tratta di una forma particolare di crescita di un fenomeno che si sta diffondendo tra la popolazione senza la creazione di strutture centrali.
Tipicamente, il gruppo si trova una volta al mese per discutere ed organizzare gli acquisti o le altre attività che decide di svolgere. Il gruppo si confronta sulle sue necessità, valuta di quali prodotti rifornirsi e quindi cerca e sceglie i propri produttori applicando al caso concreto i criteri generali che possiamo riassumere nella formula: piccolo, locale, solidale.
Per ogni produttore viene definito un referente all'interno del gruppo, che è la persona incaricata di tenere i contatti. Quando è il momento di eseguire l'ordine, sarà il referente a contattare il produttore per conoscere le disponibilità di quel periodo e quindi informare gli altri membri del gruppo. Ogni partecipante segnala il proprio ordine di acquisto, e questi vengono sommati per formare l'ordine complessivo trasmesso al produttore, il quale consegnerà o spedirà i prodotti secondo le modalità concordate. Il giorno stesso in cui l'ordine viene consegnato, ogni partecipante passa a ritirare la sua parte e paga il corrispettivo al referente che si occuperà poi di versare il totale al produttore.
All'interno del gruppo gli incarichi vengono per quanto possibile distribuiti tra i partecipanti secondo modalità di rapporto paritarie. Questo tipo di relazione orizzontale si ripresenta anche nei rapporti con i produttori e tra i gruppi, che naturalmente si trovano a formare delle reti per potersi aiutare reciprocamente.
Tipicamente, il gruppo si trova una volta al mese per discutere ed organizzare gli acquisti o le altre attività che decide di svolgere. Il gruppo si confronta sulle sue necessità, valuta di quali prodotti rifornirsi e quindi cerca e sceglie i propri produttori applicando al caso concreto i criteri generali che possiamo riassumere nella formula: piccolo, locale, solidale.
Per ogni produttore viene definito un referente all'interno del gruppo, che è la persona incaricata di tenere i contatti. Quando è il momento di eseguire l'ordine, sarà il referente a contattare il produttore per conoscere le disponibilità di quel periodo e quindi informare gli altri membri del gruppo. Ogni partecipante segnala il proprio ordine di acquisto, e questi vengono sommati per formare l'ordine complessivo trasmesso al produttore, il quale consegnerà o spedirà i prodotti secondo le modalità concordate. Il giorno stesso in cui l'ordine viene consegnato, ogni partecipante passa a ritirare la sua parte e paga il corrispettivo al referente che si occuperà poi di versare il totale al produttore.
All'interno del gruppo gli incarichi vengono per quanto possibile distribuiti tra i partecipanti secondo modalità di rapporto paritarie. Questo tipo di relazione orizzontale si ripresenta anche nei rapporti con i produttori e tra i gruppi, che naturalmente si trovano a formare delle reti per potersi aiutare reciprocamente.
La rete è una risorsa che consente l'aiuto reciproco tra gruppi, anche se provenienti da ambienti diversi. Spesso nascono reti locali, o "retine", tra i Gas della stessa zona; a livello nazionale la rete dei Gas si ritrova intorno al sitowww.retegas.org e ai convegni che vengono organizzati annualmente (l'ultimo si è svolto a L'Aquila).
In questo modo, oltre ai prodotti, anche le idee trovano un ambiente favorevole per circolare sia all'interno del gruppo che tra i gruppi e con i produttori. Si tratta di un effetto collaterale interessante: gruppi che nascono per organizzare collettivamente i loro acquisti diventano anche luoghi di apprendimento reciproco, grazie alle relazioni paritetiche e ai canali di fiducia che si vengono a creare.
Succede così che all'interno dei Gas aumenti la fiducia nella possibilità di modificare la situazione e nell'efficacia della propria azione insieme al senso di responsabilità verso la collettività, come ha evidenziato un'indagine svolta in Lombardia sui partecipati ai Gas.
Questa è forse una delle caratteristiche più preziose dei Gas: l'incontro tra persone e ambienti diversi su questioni pratiche ma con una base di valori comuni consente la maturazione di idee collettive e costituisce una forza difficile da imbrigliare.
Succede così che all'interno dei Gas aumenti la fiducia nella possibilità di modificare la situazione e nell'efficacia della propria azione insieme al senso di responsabilità verso la collettività, come ha evidenziato un'indagine svolta in Lombardia sui partecipati ai Gas.
Questa è forse una delle caratteristiche più preziose dei Gas: l'incontro tra persone e ambienti diversi su questioni pratiche ma con una base di valori comuni consente la maturazione di idee collettive e costituisce una forza difficile da imbrigliare.
Tanto per fare un esempio, secondo un'indagine di Coldiretti (agosto 2010), "i consumatori italiani preferiscono acquistare prodotti locali. Il 54% sceglie agroalimentare locale ed artigianale mentre solo il 12% si orienta verso le grandi marche multinazionali. All'origine di questo orientamento la qualità (29%), segue il prezzo (5%). Il prodotto locale, espressione del territorio, rappresenterebbe una garanzia maggiore per i consumatori (65%) rispetto alla reputazione offerta da un marchio industriale (13%) o di distribuzione commerciale (solo 8%)". Idee di questo tipo non sono maturate certo alla luce della pubblicità televisiva.
Possiamo farci un'idea del percorso di apprendimento che un gasista intraprende dalla mail di Sara di Torino sulla lista del suo Gas: "Io credo (come con qualcuno/a ho detto più volte) che la forma Gas di per sé non corrisponda a un modello da universalizzare ma più a un laboratorio sociale. Certamente ha degli aspetti elitari che in parte erano impliciti nei presupposti ma anche che in parte si sono rivelati per molte ragioni lungo il percorso. Però secondo me è (stato) un passaggio importante per la collettività (anche per chi non ha partecipato direttamente) per la funzione di riconnessione con i processi di produzione, i costi ambientali e umani e l'assurdo ormai raggiunto da certi circuiti assolutamente perversi. Perché non andare al mercato sotto casa, dice Giulietta? Per me non per snobbismo o purismo ma per poter introdurre una consapevolezza che aihmé i mercati stessi (e non solo i supermercati) oggi non permettono facilmente di sviluppare. Ma poi sono d'accordo che si tratti di tornare lì, per certi versi, una volta acquisiti gli strumenti, una volta che sappiamo quali domande fare e quali pressioni (e una volta che ci siamo rinforzati in un tipo di esigenza che ha dovuto aver un suo spazio protetto per maturare). Per me l'esperienza Gas è stata ed è una fonte di scoperta continua di una complessità che ignoravo nei processi di produzione e vendita e credo che i Gas, se non hanno inciso economicamente sulla GDO, abbiano però avuto il merito di avviare la costruzione di una cultura alternativa.
E' proprio il fatto di assumersi la responsabilità dei circuiti in cui immetto i miei soldi, di sapere da dove viene quello che mangio, che impatto comporta sul piano ambientale e che mi faccia orrore indossare una maglietta o portare una borsa che è stata assemblata con lo sfruttamento del lavoro di altre persone... questo mi pare prezioso. Così il fatto di avvicinarsi a capire cosa rende difficile essere etico per un produttore, lo sperimentarsi come consumatori a offrire delle garanzie perché possa sostenere una produzione rispettosa dell'ambiente e delle persone... non mi pare un bagaglio da poco. Ora ben venga se siamo pronti ad andare oltre."
E' proprio il fatto di assumersi la responsabilità dei circuiti in cui immetto i miei soldi, di sapere da dove viene quello che mangio, che impatto comporta sul piano ambientale e che mi faccia orrore indossare una maglietta o portare una borsa che è stata assemblata con lo sfruttamento del lavoro di altre persone... questo mi pare prezioso. Così il fatto di avvicinarsi a capire cosa rende difficile essere etico per un produttore, lo sperimentarsi come consumatori a offrire delle garanzie perché possa sostenere una produzione rispettosa dell'ambiente e delle persone... non mi pare un bagaglio da poco. Ora ben venga se siamo pronti ad andare oltre."
Questo è il consumo critico: farsi un sacco di domande e cercare insieme qualche risposta. Da questo radicamento nasce la possibilità per il mondo dei Gas di sviluppare idee e proposte innovative e concrete, di muoversi su strade nuove o anche di ritornare al punto di partenza con occhi diversi; ma di questo parleremo ancora.
Riferimenti
Libri
- Andrea Saroldi, "Gruppi di acquisto solidali", Ed. EMI 2001.
- Lorenzo Valera, "GAS, gruppi di acquisto solidali", Terre di Mezzo 2005.
- AA.VV., "Gasp, gruppi di acquisto solidale e partecipativo", Edizioni Punto Rosso 2009.
- Michele Bernelli e Giancarlo Marini, "L'altra spesa", Edizioni Ambiente 2010.
Articoli
- Adanella Rossi e Gianluca Brunori, "Le pratiche di consumo alimentare come fattori di cambiamento. Il caso dei Gruppi di Acquisto Solidale", disponibile on-line su www.agriregionieuropa.it.